Il tuo cuore batte troppo veloce o troppo piano? Ecco cosa significa la sigla BPM e quando preoccuparsi

La salute del cuore viene spesso valutata a partire da un valore apparentemente semplice: il numero di battiti che compie in un minuto. Questo parametro, noto come frequenza cardiaca e indicato dalla sigla BPM (battiti per minuto), è una delle principali funzioni vitali utilizzate in medicina per monitorare il benessere generale e identificare possibili segnali di allarme. Capire cosa significhi avere il cuore che batte troppo veloce o troppo piano, e soprattutto quando preoccuparsi, è fondamentale per prendersi cura di sé e adottare le giuste precauzioni.

Cos’è la frequenza cardiaca e come si misura

BPM indica il numero di volte che il cuore si contrae in un minuto per pompare il sangue nell’organismo. La frequenza cardiaca può essere misurata in diversi momenti della giornata:

  • A riposo: il valore più rappresentativo dello stato di salute generale, registrato dopo alcuni minuti di quiete, senza movimenti o stress.
  • Durante lo sforzo fisico: la frequenza massima raggiungibile dal cuore sotto carico aumenta rispetto alla situazione di riposo.
  • Di recupero: il valore che il battito raggiunge due minuti dopo aver cessato un’attività fisica intensa.

Per un adulto sano, il range considerato normale a riposo è compreso tra i 60 e i 100 BPM. Questi valori possono variare in base all’età, al sesso e al livello di attività fisica abituale. Gli sportivi allenati, ad esempio, registrano frequentemente valori inferiori a 60 BPM a riposo, anche fino a 40 BPM, senza che questo rappresenti un problema di salute.

La frequenza cardiaca viene generalmente rilevata mediante la palpazione del polso o tramite dispositivi elettronici. Gli strumenti più sofisticati, come l’elettrocardiogramma (ECG), consentono una misurazione precisa attraverso l’analisi delle onde elettriche che scandiscono il ciclo del cuore (onde PQRST).

Cosa significa se il cuore batte troppo veloce: la tachicardia

Una frequenza cardiaca superiore a 100 BPM a riposo viene definita tachicardia. Si tratta di una situazione piuttosto comune, che può essere determinata da molteplici fattori, non sempre patologici:

  • Attività fisica: il cuore accelera fisiologicamente per sostenere lo sforzo muscolare.
  • Stati emotivi come ansia e stress: le emozioni intense stimolano la produzione di ormoni come adrenalina e noradrenalina che accelerano la frequenza cardiaca.
  • Febbre: la temperatura corporea elevata “forza” il cuore a lavorare più rapidamente.
  • Assunzione di sostanze quali caffeina, nicotina, o alcuni farmaci.

Nella stragrande maggioranza dei casi questi episodi di tachicardia sono temporanei e non preoccupanti. Tuttavia, quando la frequenza rimane stabilmente elevata a riposo, o insorgono sintomi associati quali capogiri, dispnea, dolore toracico, sudorazione improvvisa o svenimento, è indicato rivolgersi al medico. Una tachicardia persistente potrebbe essere il segnale di patologie cardiache sottostanti, aritmie, disturbi ormonali o elettrolitici.

Quando il cuore batte troppo piano: la bradicardia

Il termine bradicardia indica invece una frequenza cardiaca inferiore a 60 BPM a riposo. Come già accennato, valori bassi sono fisiologici in persone molto allenate o giovani. Tuttavia, una bradicardia significativa può segnalare la presenza di:

  • Disfunzioni del nodo senoatriale (il “pacemaker naturale” del cuore)
  • Disturbi della conduzione elettrica cardiaca
  • Ipotiroidismo o altre malattie metaboliche
  • Effetti collaterali di farmaci

Quando la bradicardia causa stanchezza eccessiva, vertigini, difficoltà a respirare o perdita di coscienza, è essenziale una valutazione medica accurata. Nei casi gravi, tali anomalie potrebbero richiedere l’impianto di un pacemaker.

Frequenza cardiaca: valori e significati nelle diverse fasce d’età

La frequenza cardiaca fisiologica non è la stessa per tutti. In età pediatrica, i battiti al minuto sono generalmente più elevati rispetto all’età adulta:

  • Neonati (0-1 mese): 70-190 BPM
  • Bambini (1 mese-1 anno): 80-160 BPM
  • Bambini (1-10 anni): 70-130 BPM
  • Adolescenti e adulti: 60-100 BPM
  • Anziani: si osservano generalmente valori nella parte bassa dell’intervallo

Esercizio regolare, uno stile di vita attivo, una dieta equilibrata e l’assenza di patologie croniche contribuiscono a mantenere la frequenza cardiaca entro limiti ottimali. Alcune persone possono notare un innalzamento temporaneo dei BPM in risposta a stress, malattie acute, disidratazione o semplicemente dopo aver assunto caffè o bevande energizzanti.

Quando preoccuparsi e quando rivolgersi al medico

La variabilità della frequenza cardiaca nel quotidiano è del tutto normale e consente all’organismo di adattarsi alle esigenze del momento. Esistono tuttavia situazioni in cui un cuore che batte troppo velocemente o troppo lentamente deve indurre a una valutazione clinica:

  • Valori costantemente fuori dall’intervallo normativo (oltre 100 BPM o meno di 60 BPM in assenza di allenamento intenso o altre spiegazioni fisiologiche).
  • Sintomi associati a variazioni di frequenza (capogiro, debolezza, palpitazioni irregolari, dolore al petto, sensazione di mancamento o svenimento).
  • Presenza di fattori di rischio cardiovascolare (ipertensione, diabete, storia familiare di patologie cardiache).

Una tachicardia improvvisa e non giustificata oppure una bradicardia sintomatica possono essere segnali d’allarme che richiedono una diagnosi tempestiva e, se necessario, l’avvio di una terapia specifica. In alcuni casi, disturbi della frequenza cardiaca possono essere la manifestazione di aritmie potenzialmente pericolose per la vita, come la fibrillazione ventricolare o quella atriale.

Non bisogna inoltre confondere la frequenza cardiaca con la pressione arteriosa: mentre la prima indica il numero di battiti, la seconda si riferisce alla forza che il sangue esercita sulle pareti delle arterie. Entrambi i valori sono importanti, ma rappresentano parametri distinti e complementari per il controllo della salute cardiovascolare.

Per concludere, mantenere sotto controllo la frequenza cardiaca conoscendone il significato permette di intervenire tempestivamente in caso di variazioni sospette. L’auto-monitoraggio attraverso semplici strumenti digitali, insieme a buone abitudini di vita e a controlli periodici, rappresentano i pilastri della prevenzione cardiaca.

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