La crescita dell’erba subisce variazioni significative durante l’anno, strettamente legate a fattori climatici come temperatura, pioggia e durata della luce. Uno degli aspetti principali che interessa chi possiede un prato riguarda il momento esatto in cui la crescita si ferma e le conseguenze dirette su aspetto, salute e manutenzione del tappeto erboso.
Quando rallenta e si arresta la crescita
Nel corso dei mesi freddi, tipicamente dall’autunno inoltrato e per tutta la durata dell’inverno, la crescita dell’erba tende a rallentare drasticamente fino a fermarsi quasi del tutto nelle regioni a clima temperato e freddo. In questo periodo, le temperature basse limitano i processi fisiologici delle piante, riducendo a livelli minimi sia la fotosintesi sia l’assorbimento di nutrienti dal terreno. Ciò comporta che la frequenza dei tagli può essere ridotta o addirittura sospesa, poiché il prato entra in una fase di quiescenza e lo sviluppo delle lamine fogliari diventa trascurabile. Solo in presenza di inverni particolarmente miti o di ondate di caldo anomale si può registrare una certa attività vegetativa, ma questi fenomeni restano eccezioni.
Il ciclo vegetativo dell’erba riprende tipicamente tra fine marzo e inizio maggio, quando le temperature si alzano sopra una determinata soglia e l’aumento della luminosità stimola nuove attività di crescita e sviluppo radicale.
Cosa succede al prato quando la crescita si arresta
Quando la crescita è ferma e il prato entra nella fase di riposo, si osservano cambiamenti specifici nel suo aspetto e nella sua fisiologia:
- Colorazione: Il verde intenso si attenua, assumendo spesso una sfumatura più opaca o tendente al giallo o bruno, soprattutto nelle condizioni di freddo o siccità prolungata. Questo fenomeno non indica necessariamente la morte dell’erba, ma rappresenta uno stato di dormienza (dormienza), un meccanismo di difesa delle piante erbacee.
- Riduzione delle necessità di manutenzione: Il numero di tagli richiesto diminuisce fino ad azzerarsi. Tagliare quando l’erba non cresce è superfluo e può risultare dannoso se il terreno è molto umido o gelato, perché si rischia di danneggiare la cotica erbosa.
- Accumulo di sostanze di riserva: Prima della quiescenza totale, l’erba utilizza l’autunno per immagazzinare sostanze di riserva nei tessuti sottorranei, come stoloni e rizomi, garantendosi così la possibilità di ripartire vigorosa nella stagione successiva.
Se il prato si trova in una zona a clima mediterraneo o mite, il periodo di crescita ridotta può essere più breve e meno incisivo rispetto alle regioni continentali.
Gestire il prato nelle fasi di arresto vegetativo
Durante l’inverno e nelle fasi di quiescenza estiva (per specie erbose a ciclo invernale), ci sono alcune accortezze da seguire per garantire al prato una buona ripartenza primaverile:
- Non tagliare troppo corto prima dell’arrivo del freddo: l’ultimo taglio autunnale deve lasciare una lunghezza sufficiente alle foglie per proteggere i tessuti basali dalle gelate.
- Evitare il calpestio inutile nei periodi di stagnazione idrica o gelo: il prato è più vulnerabile e si possono creare danni permanenti alla struttura del suolo e della cotica.
- Monitorare lo stato di salute del tappeto alla ricerca di eventuali infestazioni di muschio o malattie fungine, che trovano terreno favorevole in condizioni di umidità e basse temperature.
- Valutare la necessità di una rigenerazione a fine inverno o inizio autunno, in presenza di chiazze rade o zone danneggiate da stress climatici, muschio o infestanti persistenti.
Dalla quiescenza alla ripresa vegetativa: aspetti chiave
Non appena le condizioni climatiche tornano favorevoli, soprattutto grazie all’aumento delle temperature e all’allungarsi delle giornate, le piante erbacee del prato escono dal loro stato di dormienza. La crescita riprende con vigore nel periodo primaverile, e il tappeto erboso si rigenera grazie anche alle sostanze di riserva accumulate nei mesi precedenti. Questo fenomeno viene definito ripresa vegetativa ed è accompagnato da diversi segnali visivi e operativi:
- Incremento della velocità di crescita, che richiede il ripristino dei cicli regolari di taglio e irrigazione.
- Maggior sensibilità agli agenti patogeni e alle infestanti, che devono essere controllati con opportune tecniche di manutenzione.
- Risposta favorevole a fertilizzazioni specifiche, utili a sostenere il consumo elevato di sostanze nutritive nel processo di sviluppo di nuove foglie, stoloni e radici.
Proprio in questa fase il prato si mostra in tutta la sua vitalità, riempiendo le eventuali zone diradate e accrescendo la propria densità e resistenza agli stress estivi successivi.
In sintesi, comprendere il ciclo di arresto e ripresa della crescita dell’erba permette di pianificare con efficacia le attività di manutenzione, minimizzare gli interventi superflui e garantire un manto erboso sano, rigoglioso e durevole tutto l’anno, ottimizzando consumi idrici e di fertilizzanti e riducendo il rischio di malattie o decadimento del prato.